Notturno n. 1 in si bemolle minore

Ci stanno certi certi giorni in cui uno che ascolta i notturni di Chopin si ritrova a pensare che i notturni di Chopin non dovrebbero essere stati mai scritti. In testa glielo dovevano spaccare il pianoforte, a Chopin.
Ci stanno certi giorni che uno, lo stesso che ascolta i notturni di Chopin, guarda fuori dalla finestra e pensa che, a furia di guardare fuori dalla finestra, gli sembra di vedere sempre lo stesso albergo della stazione termale di fronte casa e invece magari, nel frattempo, ci hanno costruito, che so, una libreria (però forse più un negozio di ferramenta), e lui non se n’è accorto.
Ci stanno certi giorni, pure, in cui una lavatrice non dovrebbe includere, tutti da sola, dodici programmi di lavaggio, Misti XL, Cotone, Sintetici, Delicati, Lana/A mano, Bianchi, Colori chiari, Scuri/Nero, EcoCotton, AcquaEco, Rapido 15′, Sport, e le opzioni combinabili di Centrifuga, Risciacquo & Centrifuga, Tasto Colorati 15°, Tasto Rapido, Tasto Livello di sporco e Tasto Antipiega. Ché uno certi giorni si confonde, non ce la fa, passa mezzo pomeriggio a combinare il Tasto Rapido con il programma Colori chiari, o a chiedersi “Ma chiari quanto?”, o a bestemmiare i santi quando il programma Colori chiari finisce e la camicia viola chiaro non era poi tanto chiara, o a valutare il livello di sporco dei vestiti per usare il Tasto Livello di sporco (come si valuta il livello di sporco? Se il pigiama non è macchiato ma puzza di cipolla soffritta, che livello si dovrebbe mettere, uno, due o tre?). Certi giorni le lavatrici non dovrebbero averle mai inventate, ci dovrebbero stare solo il mastello di legno e l’anfora d’acqua da portare a casa sopra la testa, così ci pensa la fatica, la fatica e la schiena che si spezza, a raddrizzare i pensieri storti. Non dovrebbero aver inventato nemmeno il microonde, ché uno spreca gli anni migliori a domandarsi se questo piatto di ceramica ci potrà andare o no nel microonde, e questa terrina, e questa plastica qui è quella adatta al microonde?
Ci stanno certi giorni – e sono strani assai – in cui uno si sdraia un momento, così, per appisolarsi, e sogna il gatto che aveva da bambino, e il gatto nel sogno lo scortica vivo, però da grandi (lui e il gatto).

Questi giorni qui sono pure quelli in cui uno sente una specie di tristezza, o addirittura di rassegnazione, e dice: “Non è cosa per me, questa cosa qua”, e questa cosa qua è un progetto, un desiderio cretino – la gente ne ha tanti, di progetti e desideri cretini; la gente ci campa, coi progetti e i desideri cretini, e sono questi progetti e questi desideri cretini, penso, che ci fanno sopravvivere ai notturni di Chopin nei giorni in cui i notturni di Chopin non dovrebbero essere stati mai scritti, alle lavatrici con dodici programmi di lavaggio e ai piatti che si spaccano nel microonde.

Però, pensavo poi, che fregatura, che fregatura grande, aver intuito l’inganno che sta dietro a un gioco di prestigio, e doverselo sorbire lo stesso (altro non si può fare), aspettare sempre fino alla fine di ogni spettacolo, e sforzarsi anche di simulare stupore, che nei giorni buoni uno magari ce la fa, ma non in certi altri giorni, quelli in cui i notturni di Chopin non dovrebbero essere stati mai scritti.

3 pensieri su “Notturno n. 1 in si bemolle minore

  1. “Però, pensavo poi, che fregatura, che fregatura grande, aver intuito l’inganno che sta dietro a un gioco di prestigio, e doverselo sorbire lo stesso ” sentimenti in cui posso facilmente riconoscermi. Specie adesso, sapendo che là fuori ci sono lavatrici con un Tasto Antipiega.

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